lunedì 26 luglio 2010

10 righe della settimana scelte da Marika Renni il 24 Luglio 2010 dal romanzo UN POSTO NEL MONDO di FABIO VOLO, editore Mondadori 2010 pag 245


"...Non si tratta di essere felici o no, ma di qualcosa di diverso, di un nuovo sentimento che ci fa sentire uniti a qualcosa di misterioso e che non ci abbandona mai. Non so se è felicità, io la chiamerei star bene. Bene veramente. Dopo qualche istante ho iniziato a piangere in silenzio. Sembrava piangessi per tutto. Per quanto è bella ed emozionante la vita. Ho pianto per me, per la mia persona, per Francesca, per Federico, per Sophie, per Angelica e per Alice. Per l'infelicità che ha vissuto mio padre, per le carezze attese da mia sorella e mai arrivate. Ho pianto per mia madre. Ho pianto per tutti i colori dei fiori e per l'attimo esatto in cui si schiudono. Ho pianto per l'azzurro del mare e per la spuma bianca, per il vento che muove i rami,per i pomeriggi silenziosi d'estate. Per la mia moka del caffè. Per la bellezza di un bicchiere di vino rosso, per il colore della frutta e per i peperoni gialli. Ho pianto a dirotto per ogni tramonto e ogni alba,per ogni bacio dato e per ogni lacrima asciugata. Per ogni cosa bella che ritorna, per la strada verso casa la sera. Per tutto il tempo che non tornerà. Per ogni brivido vissuto, per ogni sguardo appoggiato.. Le mie lacrime contenevano tutto. Ho pianto per quanto sono stato bene e per quanto sono stato male in tutta questa vita. Questa vita che ho avuto il coraggio di amare. Questa vita che mi sono preso e che ho voluto vivere...".

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lunedì 19 luglio 2010

10 righe della settimana del 16 luglio 2010 scelte da Eleonora Neves, "CUORE DI TANGO" di ELIA BARCELO' anno 2009 edizione VOLAND - pag. 14


"...Era come volare come essere sommersi in un'acqua profonda e tiepida attraversata dal ritmo trascinato di un dolore antico e dolcissimo, di un ricordo impreciso perduto nel tempo. Era come aver ritrovato qualcosa che avevo rimosso per continuare a vivere e che ora mi riempiva e mi inondava con la sua immensità. Era tutto... ciò che credevo di avere inventato con gli anni e adesso mi appariva luminoso e intenso nella sua perfetta realtà.
Lei aderiva a me come un fazzoletto di seta e ad ogni piroetta mi invadeva il suo aroma, un odore di donna appena profumata, e i suoi occhi rilucevano come gioielli, solenni, severi, socchiudendosi al piacere. Era come se mi leggesse nel pensiero, come se il suo corpo si piegasse ai miei desideri, un solo corpo sdoppiato in due forme unite dalla musica..."

lunedì 12 luglio 2010

10 righe della settimana, citate da Elena Padoan il 7 luglio 2010 e tratte dal romanzo “Il Giovane Holden” di J.D. Salinger (ed. Einaudi 2008)


“…I libri che mi piacciono di più sono quelli che almeno ogni tanto sono un po' da ridere. Leggo un sacco di classici, come Il ritorno dell'indigeno, e via discorrendo, e mi piacciono, e leggo un sacco di libri di guerra e di gialli e via discorrendo,ma non è che mi lascino proprio senza fiato. Quelli che mi lasciano proprio senza fiato sono i libri che quando li hai finiti di leggere e tutto quel che segue vorresti che l'autore fosse un tuo amico per la pelle e poterlo chiamare al telefono tutte le volte che ti gira. Non succede spesso, però…"

martedì 6 luglio 2010

10 righe della settimana scelte da Susanna Ceccardi il 1 luglio 2010 L’IGNORANZA di Milan Kundera (Adelphi, 2001)


In greco «ritorno» si dice nóstos. Algos significa «sofferenza». La nostalgia è dunque la sofferenza provocata dal desiderio inappagato di ritornare. Per questa nozione fondamentale la maggioranza degli europei può utilizzare una parola di origine greca (nostalgia, nostalgie), poi altre parole che hanno radici nella lingua nazionale: gli spagnoli dicono añoranza, i portoghesi saudade. In ciascuna lingua queste parole hanno una diversa sfumatura semantica. Spesso indicano esclusivamente la tristezza provocata dall'impossibilità di ritornare in patria. Rimpianto della propria terra. Rimpianto del paese natio. [...] Per questa nozione i cechi, accanto alla parola «nostalgia» presa dal greco, hanno un sostantivo tutto loro: stesk, e un verbo tutto loro; la più commovente frase d'amore ceca: styská se mi po tobe: «ho nostalgia di te»; «non posso sopportare il dolore della tua assenza».

Milan Kundera, L’IGNORANZA, Adelphi, 2001