lunedì 27 dicembre 2010

vincitore del segnalibri della settimana...Charles Bukowski "Il Capitano è fuori a pranzo" (Tradotto da Andrea Buzzi Feltrinelli - I Canguri 2000 )


“Nella morte non c'è niente di triste, non più di quanto ce ne sia nello sbocciare di un fiore. La cosa terribile non è la morte, ma le vite che la gente vive o non vive fino alla morte. Non fanno onore alla propria vita, la pisciano via. La cagano fuori. Muti idioti. Troppo presi a scopare, film, soldi, famiglia, scopare. Hanno la testa piena di ovatta. Mandano giù Dio senza pensare, mandano giù la patria senza pensare. Dopo un po' dimenticano anche come si fa a pensare, lasciano che siano gli altri a pensare per loro. Hanno il cervello imbottito di ovatta. Sono brutti, parlano male, camminano male. Gli suoni la grande musica dei secoli ma loro non sentono. Per molti la morte è una formalità. C'è rimasto ben poco che possa morire.”

Charles Bukowski
Il Capitano è fuori a pranzo
Tradotto da Andrea Buzzi
Feltrinelli - I Canguri 2000

10righedellasettimana prima di Natale, lette da Marco Chighine e tratte da TRE UOMINI IN BARCA di Jerome K. Jerome


Riguardo a certi libri - ma oddio, non è che è così per tutte le cose della vita? - che hai letto molti anni prima, non si sa perché, ma pensi sempre che è meglio non rileggerli più, perché ti deluderebbero. Pensi che non sarebbe più come prima: allora eri ingenuo, ti commuovevi o ridevi o ti emozionavi o in qualche caso ti trovavi di fronte a qualcosa che ti stava cambiando - forse dicevi "per sempre" - e ora di tutto questo ne sorrideresti; allora tieni questi bei libri - e tutte le altre cose della vita - in certi scaffali, li spolveri ogni tanto e sorridi loro mentre lo fai, pensando: miei cari, non posso rileggervi, è inutile, non rinnego niente di quel che ho pensato in passato, ma ora no, è diverso, ho addosso tutto il bagaglio culturale che vedete - e lo vedete no?, voi siete così giovanili...
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Jerome K. Jerome, TRE UOMINI IN BARCA, Rizzoli, 2008

lunedì 20 dicembre 2010

Segnalibri della settimana..."il giorno in cui non ci incontrammo" di Niklas Asker e letto da ALESSANDRA PUGGIONI


Ci incontrammo dopo il concerto, parlammo e parlammo, e improvvisamente era tutto come la prima volta. Più tardi, tra le mie lenzuola, le chiesi perché. Lei rispose che ero stato il suo rifugio durante l'ultimo anno. Erano capitate tante cose, e tante erano cambiate. Per lei ero stato una sorta di isola tranquilla nella sua mente, in cui rifugiarsi ogni volta che il ritmo si faceva troppo frenetico. Ero stato il suo sogno a occhi aperti. Il suo segreto.

"il giorno in cui non ci incontrammo" di Niklas Asker
Tradotto da Irene Pepiciello
(Elliot 2010, pagina 36)

Le 10righedellasettimana sono state scelte da Isabella Pulcinelli il 14 dicembre dal romanzo "L'elganza del riccio" di Muriel Barbery Edizioni e/o



"Nella nostra società essere povera, brutta e per giunta intelligente condanna a percorsi cupi e disillusi a cui è meglio abituarsi quanto prima. Alla bellezza si perdona tutto, persino la volgarità. E l'intelligenza non sembra più una giusta compensazione delle cose, una sorta di riequilibrio che la natura offre ai figli meno privilegiati, ma solo un superfluo gingillo che aumenta il valore del gioiello. La bruttezza, invece, di per sé è sempre colpevole, e io ero già votata a quel tragico destino, reso ancora più doloroso se si pensa che non ero affatto stupida".

L'eleganza del riccio di Muriel Barbery
Edizioni e/o (collana Dal mondo) 2007 pag 39

martedì 14 dicembre 2010

'A LIVELLA poesie napoletane di ANTONIO DE CURTIS, vince il segnalibri della settimana!

http://scrivi.10righedailibri.it/livella-poesie-napoletane#node-1086



"QUI DORME IN PACE IL NOBILE MARCHESE SIGNORE DI ROVIGO E DI BELLUNO ARDIMENTOSO EROE DI MILLE IMPRESE MORTO L'11 MAGGIO DEL '31". 'O stemma cu 'a curona 'ncoppa a tutto... sotto 'na croce fatta 'e lampadine; tre mazze 'e rose cu 'na lista 'e lutto: cannele, cannelotte e sei lumine. Proprio azzeccata 'a tomba 'e stu signore nce steva 'n'ata tomba piccerella, abbandunata, senza manco un fiore; pe' segno, sulamente 'na crucella. E ncoppa 'a croce appena se liggeva: "ESPOSITO GENNARO NETTURBINO" Guardannola, che ppena me faceva stu muorto senza manco nu lumino! Questa è la vita! 'Ncapo a me penzavo... chi ha avuto tanto e chi nun ave niente! Stu povero maronna s'aspettava ca pure all'atu munno era pezzente?

Fausto Fiorentino editrice 1988, pagina 12 e seguenti

lunedì 13 dicembre 2010

10righedellasettimana lette da Matteo Stanzani tratte dal romanzo IL PICCOLO PRINCIPE di Antoine De Saint-Exupery


Ed ora, certo, sono gia' passati sei anni.
Non ho ancora mai raccontato questa storia.
Gli amici che mi hanno rivisto erano molto contenti di rivedermi vivo.
Ero triste, ma dicevo: "E' la stanchezza..."
Ora mi sono un po' consolato. Cioe'...... non del tutto.
Ma so che e' ritornato nel suo pianeta, perche' al levar del giorno, non ho ritrovato il suo corpo.
Non era un corpo molto pesante... E mi piace la notte ascoltare le stelle.
Sono come cinquecento milioni di sonagli...
Ma ecco che accade una cosa straordinaria.
Alla museruola disegnata per il piccolo principe, ho dimenticato di aggiungere la correggia di cuoio!
Non avra' mail potuto mettere la museruola alla pecora. Allora mi domando:
"Che cosa sara' successo sul suo pianeta? Forse la pecora ha mangiato il fiore..."
Tal altra mi dico: "Certamente no! Il piccolo principe mette il suo fiore tutte le notti sotto la sua campana di vetro, e sorveglia bene la sua pecora..." Allora sono felice.
E tutte le stelle ridono dolcemente.
Tal altra ancora mi dico: "Una volta o l'altra si distrae e questo basta!
Ha dimenticato una sera la campana di vetro, oppure la pecora e' uscita senza far rumore durante la notte..." Allora i sonagli si cambiano tutti in lacrime!
E' tutto un grande mistero!
Per voi che pure volete bene al piccolo principe, come per me, tutto cambia nell'universo se in qualche luogo, non si sa dove, una pecora che non conosciamo ha, si o no, mangiato una rosa.
Guardate il cielo e domandatevi: la pecora ha mangiato o non ha mangiato il fiore?
E vedrete che tutto cambia...
Ma i grandi non capiranno mai che questo abbia tanta importanza.

Antoine De Saint-Exupery, IL PICCOLO PRINCIPE - Cap. XXVII (Tascabili Bompiani Ragazzi, 2009)

lunedì 6 dicembre 2010

Segnalibri della settimana: "Le città invisibili" di Italo Calvino (ed. Einaudi 1993)...The mistress è la vincitrice :)

"...Marco Polo descrive un ponte pietra su pietra.
- Ma qual è la pietra che sostiene il ponte? - chiede Kublai Kan.
- Il ponte non è sostenuto da questa o quella pietra, - risponde Marco. - Ma dalla linea dell'arco che esse formano.
Kublai Kan rimane silenzioso, riflettendo. Poi soggiunge: - Perché mi parli delle pietre? E' solo dell'arco che m'importa.
Polo risponde: - Senza pietre non c'è arco...."

(pagina 38)














"L'eredità del suonatore di campane" di Giuseppe Lissandrello (Melino Nerella Edizioni 2010) lette e postate da Francesca Franchi il 29.11.2010




"...Aveva esordito con un frase che poi era rimasta così nell’aria come una farfalla e lui ed io, bambini, eravamo rimasti incantati a guardarla. Poi storse il naso e mi fece guardare di sottecchi il buco sotto l’ascella della camiciola nera della ‘Za Michelina dove spuntavano dei peli grigi e a me questo sembrò buffo: guardare i peli dal buco della camicetta nera lisa della vecchietta prefica venuta spontaneamente, senza nessun compenso, a piangere mio padre perché lui la fermata dell’autobus gliela faceva proprio davanti la porta di casa sua; mi venne da ridere e lui mi portò nell’orto dietro casa e sotto l’albero di carrubo mi fece ridere. Questa era l’unica cosa da fare di fronte alla morte: riderle in faccia..." pagina 57

lunedì 29 novembre 2010

Segnalibri vincitore della settimana: "Viaggio al termine della notte" di Louis Ferdinand Céline,Tradotto da Ernesto Ferrero (ed.Corbaccio 1992)


"Precariamente vestito mi affrettai, intirizzito, in una delle spaccature più buie che si possano trovare in quella facciata gigante, sperando che i passanti non mi vedessero nemmeno in mezzo a loro. Precauzione superflua. Non avevo niente da temere. Nella strada che avevo scelto, davvero la più stretta di tutte, mica più spessa di un ...grosso ruscello di casa nostra e tutta sporca di grasso sul fondo, bella umida, piena di tenebre, ci camminavano già tante di quelle altre persone, piccole e grosse, che mi trascinarono con loro come un' ombra. Risalivano come me nella città, al lavoro senza dubbio, naso all' ingiù. Erano i poveri di dovunque".

http://scrivi.10righedailibri.it/viaggio-al-termine-della-notte

Le 10righedella settimana sono state scelte e postate da Francesco Loscrì il 26.11; tratte da LA MONACA di S. Agnello Hornby (Feltrinelli, 2010)



Agata ascoltava e pensava a se stessa. Il ritmo della canzone napoletana le ricordava quello della filastrocca inglese, Oranges and lemons. Si sovvenne dei ricordi appannati di Messina, di Giacomo, focoso, possessivo, irascibile; dei suoi sudori e degli splendidi occhi di carbone frangiati da lunghe ciglia. Immaturo. Codardo. Agata pensava al contrasto stridente con James Garson, delicato, colto, distaccato. Freddo. Ambedue sposati, uno si trascinava moglie e figli in chiesa alla ricerca dei fremiti di un amore giovanile finito, e l'altro faceva il galante con una donna destinata alla clausura. Agata se ne sentiva offesa. Il suo sguardo ritornò sulla zia monaca. Arrivata dal fondo della memoria, dei pomeriggi con il padre, dell'adolescenza, le tornò in mente un'aria di Cimarosa e prese a cantare: "Ma con un marito via meglio si sta, via meglio meglio si sta".

LA MONACA di Simonetta Agnello Hornby (Feltrinelli, 2010, pag.296)

lunedì 22 novembre 2010

Le 10righedellasettimana sono di Angelo Cammilleri, lette dal romanzo IL BAMBINO CON IL PIGIAMA A RIGHE di John Boyne editore Fabbri





"...Anche se Bruno era basso per la sua età, la sua mano era sana e piena di vita. Le vene non si vedevano attraverso la pelle, le dita non erano poco più di bastoncini secchi.La mano di Shmuel raccontava una storia molto diversa.” Shmuel non piangeva più. Guardava il pavimento, come per convincere la sua anima a non vivere più nel suo corpicino, ma scivolare via e volare attraverso la porta fino in cielo, veleggiando fra le nuvole fino a sparire lontano e non tornare mai più in questo mondo...”

lunedì 15 novembre 2010

le 10righe della settimana sono state scelte da Letizia Bensaja [09.11.2010] "Apologia, Simposio Fedone" di Platone [ed.Giunti Serie Acquerelli]



"...sarebbe davvero un incredibile fortuna per i giovani se fosse solo una la persona in grado di danneggiarli e tutte le altre potessero fare loro del bene. Inutile insistere, o Meleto: hai dimostrato a sufficienza che non ti sei mai dato pensiero dei giovani e riveli chiaramente la tua indifferenza in proposito, che è com...e dire che tu non ti sei mai occupato delle questioni per cui mi trascini in giudizio. Ma per Giove, dicci ancora, Meleto, che cosa è meglio: vivere in mezzo a cittadini virtuosi o malvagi? Rispondi, caro, perchè non ti domando niente di difficile: I malvagi non fan sempre qualche danno alle persone con cui sono più a contatto, e i buoni non fan sempre loro del bene? "Di sicuro". C è dunque qualcuno che preferisce essere danneggiato piuttosto che favorito dalle persone che frequenta? Rispondi, galantuomo, perchè anche la legge ordina di farlo. C è dunque qualcuno che vuole essere danneggiato? "No di sicuro"..."

[Pagg 34-35]

lunedì 8 novembre 2010

"segnalibri della settimana"...Melania Valenti


Narciso:"Parlo sul serio. Non è il nostro compito quello d'avvicinarci, così come non s'avvicinano fra loro il sole e la luna, o il mare e la terra. Noi due, caro amico, siamo il sole e la luna, siamo il mare e la terra. La nostra mèta non è di trasformarci l'uno nell'altro, ma di conoscerci lun l'altro e d'imperar a vedere ed a rispettare nell'altro ciò che egli è: il nostro opposto e il nostro complemento".Boccadoro, colpito, teneva il capo chino: il suo volto s'era fatto triste.
leggi tutto

Hermann Hesse
Narciso e Boccadoro
Tradotto da Cristina Baseggio
Mondadori - I Miti 1995

http://scrivi.10righedailibri.it/narciso-e-boccadoro-0#node-709

10 righe della SETTIMANA scelte da Silvia Degli Esposti (06.11.2010) dal romanzo "Una storia semplice", Leonardo Sciascia - Adelphi edizioni (pag.60)


La sua pistola la posava ogni mattina nel cassetto alto, a destra, della scrivania. Lo aprì lentamente, silenziosamente con la destra mentre con la sinistra si teneva davanti il giornale. Le sue mani erano diventate più agili e come moltiplicate, tutti i suoi sensi più acuti. Vibrava tutto in lui, come di una corda metallica sottile e tesa. L'atavico istinto contadino a diffidare, a vigilare, a sospettare, a prevedere il peggio e a riconoscerlo gli si era risvegliato fino al parossismo.
Il commissario finì di pulire la pistola, la ricaricò, la impugnò, fingendo mira alla lampada, a un calendario, al pomo di una porta: ma al momento in cui con improvvisa rapidità la puntò sul brigadiere e sparò, questi si era già gettato a terra con tutta la sedia, aveva scoperto dal giornale che teneva con la sinistra la pistola che aveva tirato dal cassetto, sparato un colpo dritto al cuore del commissario, che crollò sulle carte che aveva davanti copiosamente insanguinandole. "Era un buon tiratore, " disse il brigadiere guardando il foro del proiettile dietro la sua scrivania "ma io lo avevo avvertito": quasi avesse vinto una gara. Ma subito dopo cominciò a piangere e a battere i denti.

martedì 2 novembre 2010

"segnalibri della settimana": "Christine la macchina infernale" di Stephen King, scelto da Cristina Fanni



Volevo guardare nel cofano.
All'improvviso mi sembrava assolutamente necessario guardare nel cofano.
Mi sono messo davanti alla macchina (non mi piaceva per niente stare lì, non c'era un motivo particolare, semplicemente non mi piaceva) per cercare la leva per aprire il cofano. Non c'era. Mi viene in mente che probabilmente si trova dentro l'abitacolo.
Inizio ad avvicinarmi alla portiera del conducente, e in quel momento vedo qualcos'altro, qualcosa che mi terrorizza. Potrei essermi sbagliato per quanto riguarda il calcio dell'asino. Sapevo di non sbagliarmi, ma teoricamente...
Ma questo era qualcosa di completamente diverso. Le spaccature nel parabrezza erano rimpicciolite. Ero sicurissimo che fossero più piccole. [...]

http://scrivi.10righedailibri.it/christine-la-macchina-infernale

10 righe della SETTIMANA di Sebastiana Gangemi, tratte da PICCOLE ATROCITÀ. STORIE DI INGANNI E DI PECCATI, di Stefano Brusadelli [Vallecchi, 2010].



Dopo trentacinque anni passati nell'amministrazione dello Stato, e gli ultimi con un incarico di qualche responsabilità nella segreteria dell'onorevole ministro dell'Istruzione, il professor Gregorio Petralia poteva ben dirsi un esperto nella scienza della raccomandazione. – È inutile, – soleva ripetere a chiunque volesse succhiargli qualche goccia di queste sue preziose cognizioni – affidarsi ai capoccioni. Costoro sono oberati di richieste, quasi sempre più importanti delle vostre, e vi faranno solo prendere in giro da qualche loro segretario. Ugualmente sconsigliabile è affidarsi ai gradi intermedi: si tratta in genere di personaggi mediocri, ossessionati dalla carriera, timorosi che spendersi per cause da due soldi gli porterebbe più nocumento che altro...

Link per leggere il primo capitolo del libro

lunedì 25 ottobre 2010

10righedellasettimana, scelte da Enrico Conticchio 20.10.2010 dal romanzo di Dacia Maraini, IL TRENO DELL'ULTIMA NOTTE, Rizzoli



Con le sue deboli forze di bambino aveva tentato una ultima opposizione a quella partenza folle verso la morte. Pur sapendo probabilmente che non avrebbe potuto sottrarsi e che, per quanto debole, affranto, avrebbe dovuto seguire i suoi energici genitori che, in preda a non si sa quale teutonico slancio di patriottismo, avevano deciso di tornare in Austria per "affrontare insieme il nemico a casa propria". I due si sentivano austriaci al cento per cento. L'ebraismo per loro era un dato di cultura e di religione che non interferiva con l'appartenenza al paese in cui erano nati e cresciuti e in cui avevano le radici. [...] Quel sorriso era l'ultima cosa che aveva visto di lui. Un sorriso d'amore dolente. Un sorriso di timore ma anche di promessa. Come se volesse dirle: io sono qui, e non mi muovo anche se mi muoverò. Ti aspetto.

lunedì 18 ottobre 2010

10righedellasettimana pubblicate da Maura Lugano il 12.10.2010 tratte dal romanzo di Osanna Brugnoli: “In Pezzi” Editoriale Fernando Folini, 2010



“Una luce bianca e intensa mi costringe ad aprire gli occhi. Mi guardo intorno, smarrita.
Sono distesa su uno strano letto, più corto del normale.
Cortissimo, anzi. Per quale ragione il mio letto è così corto?
Intorno a me non c'è nulla di familiare.
Vorrei alzarmi, cercare di orientarmi in qualche modo, ma ogni accenno... di movimento è uno sforzo sovrumano.
Non riesco nemmeno a tenere aperti gli occhi; le palpebre si chiudono contro la mia volontà.
Cado in una sorta di sonno cosciente durante il quale riesco a percepire un brusio di voci che si affollano intorno a me.
Una emerge fra le altre e si fa più distinta, mia cognata Letizia.
Con un filo di voce pronuncio il suo nome.
Il brusio si spegne e intorno a me cala di colpo il silenzio”.

pagina 17 del romanzo di Osanna Brugnoli: “In Pezzi” Editoriale Fernando Folini, 2010

martedì 12 ottobre 2010

Le 10righe di questa settimana sono state lette da Maria Quiriconi il 10.10.2010 dal romanzo IL SENTIERO DEI SOGNI LUMINOSI di Jasvinder Sanghera


In ogni caso, per me sarebbe stato imbarazzante raccontare a qualcuno che mia madre mi stava combinando un matrimonio mentre ero ancora a scuola. E avevo paura di quello che mi avrebbe fatto la mia famiglia e di quello che avrebbe detto di loro il resto della comunità. Nonostante tutta la mia riluttanza, nel giro di poco iniziarono i preparativi per il mio matrimonio. La foto dell'uomo che si supponeva avrei sposato fece la sua comparsa sul caminetto e mi sbirciava maliziosa ogni volta che tornavo a casa da scuola. Nel frattempo lo avevo studiato con più attenzione: era brutto, oltre che basso, sembrava molto più vecchio di me e aveva un taglio di capelli ridicolo.Ancora non conoscevo il suo nome, nessuno si era preoccupato di dirmelo.

IL SENTIERO DEI SOGNI LUMINOSI - Jasvinder Sanghera - Piemme 2010 - pag 56

lunedì 4 ottobre 2010

Antonella Bogina il 30 settembre 2010 ha scelto 10righe dal romanzo di Antonello De Sanctis, OLTRE L’ORIZZONTE [ed.No Reply, 2010]

Nei pensieri di Chiara si smarrì l'amore per Mauro, il suo compagno di banco che una volta, nel chiederle in prestito la gomma per cancellare, le aveva sfiorato le dita e lei aveva sentito una lucertolina farle solletico nella pancia. Mauro, magro, con gli occhiali e il naso lungo, un giorno aveva trovato una lumaca sul marciapiede e, anche se pioveva forte, l'aveva raccolta e si era fatto più di 100 metri a piedi per metterla al sicuro in un giardino. E si innamorò di lui. Questa era Chiara, Chiara dagli occhi verdi.


martedì 28 settembre 2010

Sara Antiglio il 24 settembre 2010 ha scelto 10righe da LA CASA IN COLLINA di Cesare Pavese, ed. Einaudi, 1981


Guardare certi morti è umiliante. Non sono più faccenda altrui; non ci si sente capitati sul posto per caso. Si ha l'impressione che lo stesso destino che ha messo a terra quei corpi, tenga noialtri inchiodati a vederli, a riempircene gli occhi. Non è paura, non è la solita viltà. Ci si sente umiliati perché si capisce - si tocca con gli occhi - che al posto del morto potremmo essere noi: non ci sarebbe differenza, e se viviamo lo dobbiamo al cadavere imbrattato. Per questo ogni guerra è una guerra civile: ogni caduto somiglia a chi resta, e gliene chiede ragione.

lunedì 20 settembre 2010

Le 10 righe della settimana del 13 settembre 2010 sono state scelte da Valerio Refat “Del piacere di leggere” [Ed. Passigli, Firenze, 1997]


“…Forse non ci sono giorni della nostra adolescenza vissuti con altrettanta pienezza di quelli che abbiamo creduto di trascorrere senza averli vissuti, quelli passati in compagnia del libro prediletto. Tutto ciò che li riempiva agli occhi degli altri e che noi evitavamo come un ostacolo volgare a un piacere divino: il gioco che un amico veniva a proporci proprio nel punto più interessante, l'ape fastidiosa o il raggio di sole che ci costringevano ad alzare gli occhi dalla pagina o a cambiare posto, la merenda che ci avevano fatto portar dietro e che lasciavamo sul banco lì accanto senza toccarla, mentre il sole sopra di noi diminuiva di intensità nel cielo blu, la cena per la quale si era dovuti rientrare e durante la quale non abbiamo pensato ad altro che a quando saremmo tornati di sopra a finire il capitolo interrotto…”

lunedì 13 settembre 2010

Le 10 righe della SETTIMANA postate da Michele Rosa l’ 8 settembre 2010:IL VIAGGIATORE DEL SECOLO, Andres Neuman, Ponte alle Grazie 2009




Allora non riusciva più a discernere la goffaggine dal pudore, e le due sensazioni si alimentavano reciprocamente finché non correva a mettersi a riparo in un cantone. Osservando Sophie e le compagne, ammirando i loro incroci armonici..., pensò che la differenza consisteva nel fatto che gli uomini quando ballavano dovevano separarsi, mentre le donne tendevano a incontrarsi, a conciliare spirito e corpo. Notando che Sophie lo guardava di nascosto mentre ballava, Hans la vide sempre più vicina e capì che era tardi per fuggire come fuggiva dai ponti e dai sogni, e guardò in giù e si vide i piedi, e allora si sentì goffo ed euforico e perduto.

link per leggere il primo capitolo

lunedì 6 settembre 2010

Le 10 righe della settimana, scelte da Flavia in Wonderland il 2 settembre 2010, sono tratte da OCEANO MARE, di Alessandro Baricco, Feltrinelli, 2007

Uno si costruisce grandi storie, questo è il fatto, e può andare avanti anni a crederci, non importa quante pazze sono, e inverosimili, se le porta addosso e basta. Si è anche felici, di cose del genere. Felici. E potrebbe non finire mai. Poi un giorno, succede che qualcosa si rompe, nel cuore del gran marcingegno fantastico, tac, senza nessuna ragione, si rompe d’improvviso e tu rimani lì, senza capire come mai tutta quella favolosa storia non ce l’hai addosso, ma davanti, come fosse la follia di un altro, e quell’altro sei tu. Tac. Alle volte basta un niente. Anche solo una domanda che affiora. Basta quello. «Madame Deverià... io come farò a riconoscerla, quella donna, la mia, quando la incontrerò?»









lunedì 2 agosto 2010

le 10 righe della SETTIMANA scelte da Eleonora Neves il 27 luglio 2010 dal romanzo di Marguerite Duras, "L’AMANTE" ed. Feltrinelli, 2004, pag. 11



Presto fu tardi nella mia vita. A diciott’anni era già troppo tardi. Tra i diciotto e i venticinque anni il mio viso ha deviato in maniera imprevista. Sono invecchiata a diciott’anni. Non so se succeda a tutti, non l’ho mai chiesto. Mi sembra di avere sentito dire che qualche volta un’accelerazione del tempo può investirci quando attraversiamo l’età giovane, la più esaltata della vita. È stato un invecchiamento brutale. L’ho visto impossessarsi dei miei lineamenti uno a uno, alterare il rapporto che c’era tra di loro, rendere gli occhi più grandi, lo sguardo più triste, la bocca più netta, incidere sulla fronte fenditure profonde. Invece di esserne spaventata, ho assistito a quest’invecchiamento con lo stesso interesse che avrei potuto prestare allo svolgersi di una lettura.
[...] Quel nuovo viso si è mantenuto così, è diventato il mio viso. Certo, è invecchiato ancora, ma relativamente meno di quel che avrebbe dovuto. È un viso lacerato da rughe nette e profonde, con la pelle screpolata. Non ha ceduto come certi volti dai lineamenti minuti, ha mantenuto gli stessi contorni, ma la materia di cui è fatto è andata distrutta. Ho un viso distrutto.

http://www.10righedailibri.it/

lunedì 26 luglio 2010

10 righe della settimana scelte da Marika Renni il 24 Luglio 2010 dal romanzo UN POSTO NEL MONDO di FABIO VOLO, editore Mondadori 2010 pag 245


"...Non si tratta di essere felici o no, ma di qualcosa di diverso, di un nuovo sentimento che ci fa sentire uniti a qualcosa di misterioso e che non ci abbandona mai. Non so se è felicità, io la chiamerei star bene. Bene veramente. Dopo qualche istante ho iniziato a piangere in silenzio. Sembrava piangessi per tutto. Per quanto è bella ed emozionante la vita. Ho pianto per me, per la mia persona, per Francesca, per Federico, per Sophie, per Angelica e per Alice. Per l'infelicità che ha vissuto mio padre, per le carezze attese da mia sorella e mai arrivate. Ho pianto per mia madre. Ho pianto per tutti i colori dei fiori e per l'attimo esatto in cui si schiudono. Ho pianto per l'azzurro del mare e per la spuma bianca, per il vento che muove i rami,per i pomeriggi silenziosi d'estate. Per la mia moka del caffè. Per la bellezza di un bicchiere di vino rosso, per il colore della frutta e per i peperoni gialli. Ho pianto a dirotto per ogni tramonto e ogni alba,per ogni bacio dato e per ogni lacrima asciugata. Per ogni cosa bella che ritorna, per la strada verso casa la sera. Per tutto il tempo che non tornerà. Per ogni brivido vissuto, per ogni sguardo appoggiato.. Le mie lacrime contenevano tutto. Ho pianto per quanto sono stato bene e per quanto sono stato male in tutta questa vita. Questa vita che ho avuto il coraggio di amare. Questa vita che mi sono preso e che ho voluto vivere...".

www.10righedailibri.it

lunedì 19 luglio 2010

10 righe della settimana del 16 luglio 2010 scelte da Eleonora Neves, "CUORE DI TANGO" di ELIA BARCELO' anno 2009 edizione VOLAND - pag. 14


"...Era come volare come essere sommersi in un'acqua profonda e tiepida attraversata dal ritmo trascinato di un dolore antico e dolcissimo, di un ricordo impreciso perduto nel tempo. Era come aver ritrovato qualcosa che avevo rimosso per continuare a vivere e che ora mi riempiva e mi inondava con la sua immensità. Era tutto... ciò che credevo di avere inventato con gli anni e adesso mi appariva luminoso e intenso nella sua perfetta realtà.
Lei aderiva a me come un fazzoletto di seta e ad ogni piroetta mi invadeva il suo aroma, un odore di donna appena profumata, e i suoi occhi rilucevano come gioielli, solenni, severi, socchiudendosi al piacere. Era come se mi leggesse nel pensiero, come se il suo corpo si piegasse ai miei desideri, un solo corpo sdoppiato in due forme unite dalla musica..."

lunedì 12 luglio 2010

10 righe della settimana, citate da Elena Padoan il 7 luglio 2010 e tratte dal romanzo “Il Giovane Holden” di J.D. Salinger (ed. Einaudi 2008)


“…I libri che mi piacciono di più sono quelli che almeno ogni tanto sono un po' da ridere. Leggo un sacco di classici, come Il ritorno dell'indigeno, e via discorrendo, e mi piacciono, e leggo un sacco di libri di guerra e di gialli e via discorrendo,ma non è che mi lascino proprio senza fiato. Quelli che mi lasciano proprio senza fiato sono i libri che quando li hai finiti di leggere e tutto quel che segue vorresti che l'autore fosse un tuo amico per la pelle e poterlo chiamare al telefono tutte le volte che ti gira. Non succede spesso, però…"

martedì 6 luglio 2010

10 righe della settimana scelte da Susanna Ceccardi il 1 luglio 2010 L’IGNORANZA di Milan Kundera (Adelphi, 2001)


In greco «ritorno» si dice nóstos. Algos significa «sofferenza». La nostalgia è dunque la sofferenza provocata dal desiderio inappagato di ritornare. Per questa nozione fondamentale la maggioranza degli europei può utilizzare una parola di origine greca (nostalgia, nostalgie), poi altre parole che hanno radici nella lingua nazionale: gli spagnoli dicono añoranza, i portoghesi saudade. In ciascuna lingua queste parole hanno una diversa sfumatura semantica. Spesso indicano esclusivamente la tristezza provocata dall'impossibilità di ritornare in patria. Rimpianto della propria terra. Rimpianto del paese natio. [...] Per questa nozione i cechi, accanto alla parola «nostalgia» presa dal greco, hanno un sostantivo tutto loro: stesk, e un verbo tutto loro; la più commovente frase d'amore ceca: styská se mi po tobe: «ho nostalgia di te»; «non posso sopportare il dolore della tua assenza».

Milan Kundera, L’IGNORANZA, Adelphi, 2001

mercoledì 30 giugno 2010

Chiedi alla polvere - 10 righe dellasettimana scelte da Francesco Carrera il 24 giugno 2010


[...] Mi rese estraneo a me stesso. Lei era come le notti calme e come gli alberi di eucalipto, le stelle del deserto la terra e il cielo, e come la nebbia fuori, mentre io ero venuto lì con l'unico scopo di diventare uno scrittore, di ...arricchirmi, di farmi un nome e altre scemenze del genere. Lei era tanto più in gamba di me, più onesta, che provai ribrezzo di me stesso, e non riuscii a sostenere il suo sguardo. Cercai di reprimere il brivido che le sue braccia brune e le sue dita tra i capelli mi procuravano. Non la baciai, ma lei baciò me che avevo scritto "il cagnolino rise". Poi mi prese la mano tra le sue, premette le labbra sulla palma, e pi se l'appoggiò tra i seni. Accostò la faccia alla mia e attese. [...]

John Fante, CHIEDI ALLA POLVERE, Edizioni Corriere della Sera, pag. 141

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mercoledì 23 giugno 2010

10righedellasettimana scelte da Sweet Dreams 17 giugno 2010


Il sole risplende per tutti. La luna, col suo corteggio di innumerevoli stelle, guida anche le fiere al pascolo. Cosa si può pensare di più bello dell’acqua? Eppure scorre a disposizione di tutti. Dunque soltanto l’amore dovrà essere un appannaggio furtivo piuttosto che una ricompensa a tutti accessibile? No, davvero, non mi va di avere cose preziose che la gente non abbia modo di invidiarmi. Una persona sola, e per di più anziana, non sarà poi un grosso problema; anche quando gli venga voglia di fare qualcosa, il suo fiatone lo farà scoprire. Dopo aver tracciato, senza convinzione, queste linee di comportamento, tentando di raggirare il mio animo che aveva tutt’altro avviso, mi tirai il cappuccio sulla testa e cominciai a far finta di dormire. Ma d’un tratto, come se la Fortuna volesse annientare i miei propositi di fermezza, una voce sopra il ponte di poppa con un gemito profondo, proferì queste parole: “Dunque è riuscito a farmela!” Questa voce - una voce di uomo e, mi pareva, ben nota alle mie orecchie - mi sferzò il cuore già palpitante: ma c’era anche una donna, infiammata di analogo sdegno, che urlò furente; “Se una qualche divinità consegnasse nelle mie mani Gitone, che appropriata accoglienza riserverei a quel rinnegato!”

Petronio Arbitro, Satyricon, Rizzoli, 1995

martedì 15 giugno 2010

10righedellasettimana 15 giugno 2010


10righedellasettimana postate da Annalisa Seveso

Fuori ci dovevano essere almeno 20° sotto lo zero; la maggior parte dei malati non aveva che la camicia, e alcuni nemmeno quella. Nessuno sapeva quale fosse la nostra condizione. Alcune SS erano rimaste. Verso mezzogiorno un maresciallo delle SS fece il giro delle baracche. Nominò in ognuna un capo-baracca scegliendo fra i non ebrei rimasti e dispose che fosse fatto un elenco dei malati distinti in ebrei e non ebrei. La cosa pareva chiara. Nessuno si stupì che i tedeschi conservassero fino all'ultimo il loro amore nazionale per la classificazione, e nessun ebreo pensò più seriamente di vivere fino al giorno successivo.

Primo Levi, LA TREGUA, Einaudi, 2005

lunedì 7 giugno 2010

Stefania Lastoria, EMOZIONI IN PAROLE, Giraldi


Migliori 10 righe della settimana, Postate da Stefania Lastoria il 5 giugno:

Mi ha addestrato al mondo quando il mondo era per me ancora un gioco da scartare. Danzavano i suoi pensieri nei miei occhi, li vedevo riflessi nella mia mente in uno strano gioco di complicità nascosta e mai dichiarata. Ci sono cose che si sanno ...senza averne la consapevolezza. Ricordo ancora oggi i suoi ricordi che si sommano ai miei in un album che sfoglio di rado perché ogni pagina ha assorbito negli anni lacrime mai versate. Ripenso al suo ultimo viaggio, quel dolore in cui ho rischiato di annegare, quella mano che lasciò la mia a fendere il vuoto, senza appigli, senza difese. Sola, in un mondo che ancora dovevo scartare.

Stefania Lastoria, EMOZIONI IN PAROLE, Giraldi

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martedì 25 maggio 2010

“CORPO A CORPO interviste impossibili”



“Tex Willer: "Complimenti , veramente.Lei è proprio acuto. Riformulo la domanda: sa cosa c'è negli spazi fra le vignette?"
Carofiglio: (leggermente offeso) "No, me lo dica lei.
...Tex: C'è tutta la vita che non è mai stata raccontata. Ci sono le vicende che non diventano storie - per scelta
o più spesso per caso - e si perdono nei gorghi del tempo che passa. Ci sono le occasioni non colte, quello che non vogliamo ricordare o non vogliamo sapere di
noi stessi e degli altri. Gli spazi tra le vignette sono il sottosuolo della nostra coscienza.
Carofiglio: Ma questo...
Tex: mi lasci finire, è importante. Gli spazi fra le vignette sembrano piccoli, sembrano poco più che
fessure ma nascondono un territorio e un tempo sterminati. Se avessimo il coraggio di andare a vedere,... Ci sono tante cose, precipitate negli spazi fra le vignette”. (pag.75)

“CORPO A CORPO interviste impossibili”

di Baricco-Cabello, Camilleri,Caposella-Bahrami, Carofiglio, Dante, Lucarelli, Odifreddi, Pincio, Scurati, Siti, Testa

Einaudi

Queste sono le 10righedellasettimana [17_24 maggio 2010].
Grzie a Silvia Degli Esposti per aver scritto queste 10 righe che raccontano dell’incontro immaginario tra Tex Willer e Gianrico Carofiglio.

Buone letture

Isabella